Un omaggio all’Oriente, al Giappone esoterico, ad alcune figure mitologiche tradizionali: kitsune, yūrei e oni reinterpretate in chiave concettuale sperimentale. Un progetto fotografico nato dalla voglia di sperimentare luci e colori, utilizzando preziosi abiti tradizionali giapponesi, anche d’epoca, ricreando sensazioni visivi attraverso tagli ed interpretazioni.

La Kitsune, richiamata già dal trucco del viso, rappresenta una delle figure centrali del folklore giapponese sin dai tempi antichi. E’ un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali: il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane, in particolare attraverso l'aspetto di una bella donna. Abilità talvolta usate per ingannare il prossimo e talaltra per svolgere la funzione di guardiani benevoli, amiche, amanti e mogli. Più una Kitsune è vecchia, più è saggia e potente: potere rappresentato dal numero di code posseduto, fino a un massimo di nove.

L’eterea Yūrei rappresenta lo spirito inquieto di un defunto. Presenta gli elementi tipici del fantasma giapponese: dai lunghi capelli scomposti alla focalizzazione esclusiva sulla vendetta per liberarsi dal tormento interiore e dalle catene che la legano alla terra.

Il kimono colorato, in contrasto con quello bianco tradizionale della Yūrei, insieme al colore non spettrale delle mani è stata una scelta consapevole per indicare una giovane donna da poco defunta e legata al sentimento non esclusivo di rancore per la sua condizione e della possibilità di redenzione, esplorata negli ultimi scatti con l’intervento di altre due figure soprannaturali tradizionali: l’Oni e la Kitsune.

Il solido Oni, omaggiato con tecniche di postproduzione nel suo aspetto più antico e tradizionale, rappresentato come giovane figura ancora alla ricerca di una dimensione spirituale definita, sottolineata dall’assenza di kanabō, sostituito con katana. Nelle prime leggende gli oni erano creature benevole. In questo senso egli si erge a protettore di una giovane kitsune. Con la medesima valenza positiva si contrappone inizialmente alla Yūrei, quale guardiano e protettore dal male ed attraverso una sequenza di scatti ragionati comprende le ragioni del suo tormento e finisce per proteggerla e liberarla dalle catene che la imprigionano su questa terra.